La storia del circolo

IL GOLF CLUB “LA SERRA”.

Se osservato da molto distante, e con il solito preconcetto dei luoghi comuni, il golf può apparire una disciplina d’élite e se sempre più spesso se ne parla è per i tanti personaggi famosi che lo praticano. Una fandonia, poiché il fascino di questo sport continua ad ammaliare sempre nuovi appassionati; ormai sono quasi centomila i tesserati in Italia, raddoppiati in un decennio. I puristi del golf stanno ancora discutendo se questo gioco è nato in Scozia, in Olanda o, addirittura, in Cina.

Fa la sua comparsa nel nostro Paese nella seconda metà dell’ottocento, ma la sua fortuna si trova negli Stati Uniti dove ci sono oggi circa 50 milioni di praticanti. E’ un gioco tutt’altro che semplice, la difficoltà principale risiede nella natura dei percorsi, ognuno molto diverso dall’altro, con situazioni nuove e complesse. Si gioca in ogni stagione e con qualsiasi tempo, eccettuate le giornate di caldo eccessivo, di pioggia intensa o invernali. E’ un mezzo ideale per fare esercizio sano all’aria aperta. Si basa sulla fiducia e l’onestà del giocatore, primo arbitro di se stesso. Richiede molta concentrazione, autocontrollo, ma in cambio dà tranquillità, la possibilità di isolarsi, di vivere all’aria aperta. E’ uno sport non violento, ecologico ed egalitario, per tutte le età: è forse il più diffuso e praticato al mondo ed è uno dei giochi più geniali e divertenti che l’uomo ha escogitato.

A Valenza deve la sua natività ad un gruppo di ben forniti concittadini (Piero Lunati, Pietro Ubertone, Sergio e Delio Peroso, Dirce Repossi, Lino Garavelli) che negli ultimi anni ’60 acquistano, per realizzare un complesso residenziale, una vasta area sulle ridenti colline in località Ariosa (Immobiliare Agricola Ariosa s.r.l.), ma che ben presto, visto l’incantevole posizione e per colpa di qualche contagiato dalla magica pallina bianca, viene in parte destinata a diventare il primo impianto di golf della nostra provincia e di quelle di Asti e Pavia. Il 15.12.1971 viene costituita l’associazione sportiva denominata “Golf Club La Serra”, con sede nello stesso luogo (Strada Astigliano) per condurne la gestione, in locazione dall’Immobiliare, che si propone lo scopo di promuovere oltre al golf anche il tennis.

I soci fondatori(Piero Lunati, Pietro Ubertone, Sergio Peroso, Delio Peroso, Franco Nobile e Carlo Cerutti) eleggono come primo presidente Franco Nobile e quale vicepresidente Carlo Cerutti. Non sono valenzani (il primo proviene da Voghera, il secondo da Casale) ma entrambi sono abili e appassionati giocatori di golf. I consiglieri sono Ubertone, Peroso e il carismatico Lunati che ha principalmente condotto l’avventura. Tutti mettono un significativo impegno nel costruire il complesso, per un’attività non immediatamente gratificante. Il percorso, ultimato a tempo di record ai primi mesi del 1972, è composto di nove buche per una lunghezza di 2.780 metri e presenta una dinamica suggestiva ed interessante: una vera e stupenda novità per la zona. Si articola attorno ad una club house che verrà successivamente fornita di piscina, campi da tennis ed altri servizi. Nel comodo e panoramico putting-green, molti valenzani iniziano i primi approcci a questa particolare disciplina sportiva, assistiti dal valente professionista Michele Avanzino, proveniente dal Golf Club Rapallo, frequentato in passato dagli iniziatori valenzani Aldo Garavelli e Piero Lunati.

Cominciato quasi per scherzo con pochi adepti, ma tanta passione, con l’obiettivo di creare un luogo di svago che assomigliasse a un circolo di golf e un campo di pratica un po’ verde dove portare i bambini a correre e trovarsi tutti insieme a tirare quattro colpi, il risultato è ben presto superiore ad ogni aspettativa. All’inizio s’improvvisano gare, ci si cambia dove è possibile (la doccia è un lusso), ci si spiega l’uno con l’altro le regole del gioco, e ...via! Qualcuno con infinita pazienza si fa in quattro improvvisandosi ora maestro, ora segretario, ora commissario sportivo, ora consulente tecnico. E’ Michele Avanzino, l’ineguagliabile professionista con cui tutti nei momenti iniziali fanno i primi passi, che ha giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo di questo sport da noi.

Oggi molti ricordano con nostalgia quei primi tempi, quando non c’era né ristorante, né segreteria, né spogliatoio, ma si viveva quasi “accampati”: chi portava panini, chi il vino, chi le carte da gioco, con una stufetta a kerosene che fungeva da focolare. E quella pallina presa letteralmente a bastonate, inchiodata per terra... Il golf è uno sport diabolico, un giorno hai l’impressione di aver capito tutto, il giorno dopo è il contrario. Per trovare il feeling con la pallina, per capire come ci si deve comportare, quali bastoni usare, sono necessarie la concentrazione e la dedizione. Sembrava mancare tutto, invece c’era una grande cosa che univa questi pionieri: la passione per il golf e la voglia di stare insieme. Alla diffidenza incontrata inizialmente si sostituisce pian piano un entusiasmo sempre maggiore, i soci aumentano rapidamente, il campo Umberto De Grandi Primi anni ’70.

 Il percorso, prima piuttosto faticoso, con alcune modifiche è reso più agevole e divertente: appaiono sempre più evidenti le stupende caratteristiche del complesso. Cresce attorno la simpatia ed aumenta la voglia di scarpinare in balia di una pallina ribelle e capricciosa, con la possibilità di poter giocare anche da soli. Tutto è abbellito, i servizi diventano di prim’ordine, i campi da tennis, la piscina; il centro sportivo sale ai primi posti degli impianti di questo genere in Italia: sembra una cosa esagerata. Il grazioso caseggiato che forma il complesso della sede e del ristoro, dall’aspetto piacente quanto perfetto, è accogliente quanto mai. L’insieme tecnico-sportivo unisce sotto un comune denominatore l’amore per lo sport, per la natura e per il rispetto di tutto ciò che mette a confronto con altri. E qui sta il miracolo, poiché da parte di chi gareggia sono prevalenti la lealtà e la correttezza. Il settore Tennis si è sviluppato per merito dell’ardente appassionato Sergio Peroso. Egli ha caldeggiato e portato ben presto a compimento la realizzazione di due campi da tennis; pochi i campioni, ma molti i praticanti, per la maggior parte provenienti dal Tennis Club Paradiso. Verso la fine degli anni ’70 l’associazione vanta ormai personaggi che “fanno risultato”.

I nomi che vengono a galla sono sempre gli stessi: Umberto De Grandi, Carletto Visconti, Franco Marchetti, Mario Tortrino ed i giovani Giorgio Ricci, Roberto Malvezzi, Carlo Frascarolo. Sono personalità assai dissimili, nei modi di giocare, di portare i colpi, ma con un unico motivo conduttore: il piacere di fare del golf e la gioia che ne deriva dal praticarlo. Umberto De Grandi appartiene a questa categoria di golfisti, che pur senza sacrificarsi al feticcio della perfezione tecnica ne fa un punto di partenza per comporre il suo gioco, dimostrando grande carattere. E’ uno dei pochi che usa, di questi tempi, il legno n.1 driver dal tee. Il senior Franco Marchetti è un personaggio con una vibrante umanità e simpatia. La semplicità del suo atteggiamento verso questa disciplina è la stessa con cui si accosta alla vita, ha mantenuto la stessa forza nel tempo. Giorgio Ricci è un giovanissimo che vince con quel suo caratteristico slancio di autenticità, di sicurezza, di spontaneità.

Per lui il golf è possibilità di esprimersi e soprattutto la felicità di arrivare al risultato. Carletto Visconti diventerà uno dei più bravi nella ricca pattuglia valenzana. Una figura di rilievo che contribuirà a far conoscere il circolo valenzano in altri luoghi. Molto più avanti, risulterà il giocatore con handicap più basso nella vita del Golf Club “La Serra”. Anche alcune esponenti del gentil sesso riescono subito ad imporsi in questa pratica sportiva: perché le donne sanno dare di più e sanno essere sempre più coinvolte in quello che fanno. Nel 1974 la Targa d’Oro Umberto De Grandi Carletto Visconti e Umberto De Grandi. Città di Valenza è vinta da Angela Gemelli e nel 1975 la Coppa del Presidente da Adriana Visconti; brava ed attiva ancora per lungo tempo anche Dirce Repossi. Saranno sempre più protagoniste di questo sport, dove la figura femminile saprà ricavarsi uno spazio preciso anche nell’ambito di questo circolo. Tanti giocatori locali approfittano della loro sacca per crearsi momenti più autentici e per andare incontro agli altri con un sorriso; sanno cogliere il piacere di una competizione viva mediante l’intelligenza. del proprio gioco, che dà gioia e non gloria o incensamenti più o meno sinceri. Il calendario delle gare si fa via via più nutrito e l’attività cresce sia sui verdeggianti campi, come sui rossi rettangoli da tennis.

Nell’impianto si tengono molti tornei di golf, di tennis, mostre di pittura, saggi di danza, gare di carte; è il luogo dove diversi valenzani trascorrono in modo soddisfacente il tempo libero. Nel 1979 il promotore Piero Lunati viene eletto presidente; il “gioielliere”, come era chiamato a Rapallo nelle precedenti esperienze golfistiche, è stato finora l’impareggiabile guida del Club La Serra: una leadership con competenza tecnica e di riconosciuta moralità. L’anno successivo lascia l’incarico, cui non vuol essere appiccicato, a Adelio Ricci. Lunati resterà presidente onorario per più di un decennio Il bilancio annuale, che si fa sempre più consistente, è di circa 150 milioni ed i soci superano i 150. Sono gli anni di sviluppo più intenso, ben presto raddoppiano gli iscritti ed il consuntivo supera ampiamente i 300 milioni. A.S.D. Golf La Serra Da sinistra: Franco Novarese; Michele Avanzino; Orazio Bonzano; Ersilio Mandrini; Delio Peroso; Piero Garlando.

Il radicamento sul territorio è sempre più solido, è una struttura attraente, organica e orientata allo sviluppo, che coinvolge spesso intere famiglie con le quali il club instaura un rapporto saldo, continuo e di fiducia. Il successo è come sempre aiutato anche dall’ubicazione del complesso sportivo: una cornice ideale, uno spettacolo a sé stante. Nel 1984 i soci golf sono 116, i soci frequentatori (non giocano al golf) 125, ed i soci giovani 83. Purtroppo, la quota, annuale di 1.200.000 per i soci golf e 800.000 per i frequentatori, esclude moltissimi concittadini che non possiedono certe capacità economiche e che considerano questi parti quasi un tabù. Sport elitario? Forse no, sport nobile, ma di una nobiltà che si vorrebbe fatta di etica e pulizia. La guida del club resta ancorata ai personaggi primordiali; in fondo persiste il solito vecchio pregiudizio: l’intima persuasione che spetti a pochi elevati condurre e stabilire le scelte. Il nuovo Consiglio direttivo eletto nel 1982 è così composto: presidente Adelio Ricci, presidente onorario Piero Lunati, vicepresidente Luigi Boccalatte. Consiglieri: Giorgio Assini, Giuseppe Canepari, Cesare A.S.D. Golf La Serra Gianni Rivera premia il giovane Manuel Bonzano. 253 Garavelli, Vittorio Lupò, Aldo Ottonello, Luciano Patrucco e Giovanni Spandonari.

Il Club educa e forma i propri soci alla pratica golfistica e per farlo si è quasi dotato di una certa “dottrina”, una sorta di scuola dalla quale uscirà il meglio. In pochi anni formano tanti ottimi giocatori, alcuni di loro passeranno all’ammaestramento mettendo la propria esperienza, e ardente inclinazione, per instillare alle giovani leve la passione del golf. Grazie a una formula semplice, ricca di contenuti didattici e di preparazione specifica, compreso il comportamento sul campo e fuori; in poco tempo diversi neofiti diventeranno golfisti, assaporando il piacere del green. Per questo si è speso Mario Verderio, uno dei grandi appassionati che ha seguito in questi anni l’attività giovanile, conciliando la tecnica alla disciplina morale. Ha dato il suo tempo poiché credeva ed aveva fiducia in questi ragazzi, distillando dallo sport lezioni da far fruttare nella vita. Tra i dirigenti, uno dei più grandi conoscitori di questa disciplina è stato Paolo Valentini Primi anni ’80. In piedi: Marcello Tedesco; Paolo Valentini; Ginetto Balzana; Bruno Campara; Cinzia Mandrini; Emanuele Pittaluga; Daniela e Danilo Mandrini. Sotto: Geky Tortrino, Carletto Visconti; ospite; Giovanna Lolli Ghetti. 254 Delio Peroso, indelebili le tracce che egli ha lasciato nei primi anni di vita del Club, mentre il carisma e la personalità di Ersilio Mandrini hanno impresso un segno di distinzione al sodalizio.

E’ il periodo migliore, la squadra rappresentativa del circolo disputa la massima serie: il campionato nazionale A1. Nel 1984 sul percorso di Varese, ai campionati nazionali, ci sono i golfisti valenzani Carletto e Paolo Visconti, Giorgio Ricci, Luca Cavaliere e Alessandro Pittaluga. Nei campionati regionali la squadra valenzana consegue ottimi risultati (il primo posto nel 1982 a “La Margara”). Si mette in luce Alberto Visconti, un autentico talento golfistico che abbandonerà prima di compiere la maggiore età. Nel 1985 sale alla presidenza Luigi Boccalatte, è stimato e possiede quella determinazione e competenza necessaria al leader di un circolo: resterà per due periodi sociali (sei anni). Nel 1988 entra in Consiglio Premiazione Targa d’Oro 1986.

Lunati G. Piero Carpani e nessuno immagina che quel posto l’avrebbe ancora occupato oggi, a due decenni di distanza, consumati in buona parte alla conduzione del club, anche quale presidente (1991-96). Sempre nel 1988 viene assunto un impiegato-segretario, Paolo Grecu, che continuerà anch’egli per vent’anni a svolgere queste funzioni, tanto che è ancora lui a condurre attualmente l’amministrazione dell’associazione, con meticolosa diligenza e integrità morale. L’attività sociale di un circolo di golf si misura anche attraverso la personalità e le capacità del segretario. Il calendario annuale comprende circa 50 gare su 18 buche (nove di doppia partenza).

Nelle due più importanti manifestazioni organizzate annualmente, “Targa d’Oro” e “Coppa del Presidente”, primeggiano i soliti Visconti, De Grandi, Bonzano, Ricci. Le presenze intanto salgono, in certe giornate per compiere il percorso si è costretti ad attendere il turno. Il golf e il mondo che lo circonda è ancora sicuramente uno sport di nicchia, ma è allo stesso tempo un fenomeno di costume in piena ascesa.